Edifici delle piantagioni degli Stati Uniti

La residenza padronale di austero stile georgiano a Stratford Hall, costruita su uno schema a "H", tipico in realtà dell'architettura elisabettiana e giacobina in Inghilterra. Venne completata nel 1738 presso Lerty, in Virginia.

Gli edifici delle piantagioni degli Stati Uniti sono quel complesso o insieme di edifici tipici nelle piantagioni degli Stati Uniti tra il XVII e il XX secolo, in particolare in quelle degli Stati Uniti del Sud. Una piantagione includeva ogni genere di edificio o spazio funzionale alla piantagione stessa, dal recinto per il bestiame sino alle case di residenza degli schiavi e quella padronale. Col termine di piantagione, almeno originariamente, si denotava un insediamento dove un gruppo di coloni "piantava" delle piante e stabiliva una propria base coloniale. A differenza del Nord America, dove le piantagioni erano sensibilmente meno diffuse, gli Stati del Sud furono particolarmente prolifici in questo senso e qui le piantagioni erano generalmente insediamenti autosufficienti che sfruttavano il lavoro forzoso degli schiavi, un sistema simile al sistema delle corti rurali medievali che sfruttavano la servitù della gleba.[1]

Ancora oggi gli storici del settore sono dibattuti su quali siano le differenze che contraddistinguono una piantagione da una fattoria, ma in generale si tende a definire una fattoria un centro agricolo che produce agricoltura di sussistenza. Per contrasto, invece, l'obbiettivo primario di una piantagione è quello di produrre colture da reddito, che comprenda anche gli alimenti base per sostenere chi vi lavora all'interno e il bestiame in essa allevato.[2] Secondo una definizione comune, una piantagione deve superare i 2 km² di terreno per poter essere definita tale e produrre almeno il doppio di quanto consumato dalla piantagione stessa per la sua sussistenza.[3] Altri studiosi hanno tentato di definirla in base al numero di schiavi impiegati in essa.[4]

  1. ^ James Benson Sellers, Slavery in Alabama, Tuscaloosa, University of Alabama Press, 1950, pp. 19–43, ISBN 0-8173-0594-7.
  2. ^ Ulrich Bonnell Phillips, Life and Labor in the Old South, Boston, Little, Brown, and Company, 1929, p. 338, ISBN 978-0-316-70607-0.
  3. ^ Robert J. Vejnar II, Plantation Agriculture, in The Encyclopedia of Alabama, Auburn University, 6 novembre 2008. URL consultato il 15 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2010).
  4. ^ John Michael Vlach, Back of the Big House, The Architecture of Plantation Slavery, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1993, p. 8, ISBN 978-0-8078-4412-0.

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